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Informazioni sul libro:

Castelli Medievali ha conseguito numerosi premi nazionali e regionali, tra cui  il Premio speciale “Gaetano Cingari - Studi sul Mezzogiorno”, all’interno del  prestigioso “Premio Rhegium Julii”, come mi...glior volume di storia del  Mezzogiorno, e il “Premio speciale della Giuria” nella XIV edizione del “Premio  di Studio Conversano - Maria Marangelli”. La nuova edizione è stata interamente riveduta e ampliata con cartine di  localizzazione geografica, con una Bibliografia aggiornata all’aprile 2010 e,  in Appendice, con il saggio Castel del Monte: stereotipi e dati storici, di  Massimiliano Ambruoso, responsabile di un gruppo di ricerca sul castello  federiciano.

Descrizione: All’interno dell’organizzazione difensiva del Mezzogiorno  medievale, e nel quadro dei meccanismi di potere e di controllo delle società  feudali fortemente centralizzate, si ricostruiscono nel volume genesi e  funzioni, reali e simboliche, di un vero e proprio “sistema castellare” che,  organizzato dal primo re normanno Ruggero II, viene poi ristrutturato e  rafforzato dall’imperatore svevo Federico II e, in parte, dall’angioino Carlo  I. Particolare attenzione è riservata al processo di “incastellamento” del  Mezzogiorno bassomedievale, all’analisi del ruolo di controllo strategico e  politico del territorio svolto dai castelli pugliesi e lucani, e alla  ricostruzione della loro gestione amministrativa, militare e finanziaria:  quando e sulla base di quali motivazioni sorgono le strutture che chiamiamo  “castelli”; chi erano i castellani e i “provveditori dei castelli”; chi faceva  parte delle guarnigioni castellari, e quanto veniva retribuito; il quadro  istituzionale e normativo che regolava attribuzioni e doveri della burocrazia  castellare; l’approvvigionamento in armi e derrate; l’utilizzo dei castelli  come prigioni; i rapporti tra le fortezze regie, le comunità locali e i signori  feudali; le rivolte e gli assalti ai castelli. Da Castel del Monte a Bari, da  Foggia a Barletta, da Brindisi a Taranto, da Lagopesole a Melfi, un itinerario  storico sorprendentemente attuale tra strutture castellari che, grandi o  piccole, urbane o rurali, arsenali militari o simboli del potere, luoghi di  difesa o elementi di dominio politico, hanno comunque rappresentato il “banco  di prova” della capacità di governare gli uomini e i territori pugliesi e lucani tra XI e XIII secolo.

L’autore: Raffaele Licinio è professore ordinario di Storia medievale nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari. Dal novembre 2002 è  direttore del Centro di Studi Normanno-Svevi della stessa Università. La sua  attività scientifica riguarda in particolare i rapporti tra strutture sociali e  produttive, assetto del territorio e realtà istituzionali all’interno del  Mezzogiorno bassomedievale, con particolare attenzione verso gli ambiti  territoriali e i problemi di storia agraria medievale. Attraverso l’analisi  della società, dell’economia e dei quadri politico-istituzionali, le sue  ricerche mirano a cogliere le funzioni e le forme, le continuità e i mutamenti,  le dinamiche e le contraddizioni che soprattutto nei secoli XI-XV hanno  contraddistinto la storia dell’Italia meridionale. I suoi interessi di ricerca  sul Mezzogiorno medievale si sono indirizzati principalmente su due filoni  tematici, sino a qualche anno in ombra o insufficientemente dibattuti dalla  storiografia medievistica: la storia agraria regionale, esaminata all’interno  della storia agraria meridionale e mediterranea, e la storia delle strutture di  fortificazione all’interno del “sistema castellare” del regno. Tra le sue  pubblicazioni i volumi Uomini e terre nella Puglia medievale. Dagli Svevi agli  Aragonesi, presentaz. di Giovanni Cherubini (1983; 2009); Masserie medievali.  Masserie, massari e carestie da Federico II alla Dogana delle pecore,  presentaz. di C. D. Fonseca (1998); Castel del Monte e il sistema castellare  nella Puglia di Federico II (2001); Castel del Monte. Un castello medievale  (2002).

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